Uno sfondo sfuocato ottiene l’indubbio risultato di mettere in risalto il soggetto a fuoco, eliminando tutto ciò che potrebbe disturbare l’interesse dell’osservatore, rendndolo sfumato e quasi impercebile, ma pur sempre presente e contestualizzante. Il soggetto risulta in rilievo, e quasi staccato dallo sfondo.
Si pensi a una foto macro di un insetto, sfocando lo sfondo, l’insetto assume rilievo divenendo l’unico soggetto della foto. Senza la sfocatura lo sfondo rischierebbe di confondere l’osservatore, attirando l’attenzione su altri oggetti non rilevanti. Nella fotografia macro la profondità di campo è ridottissima, nell’ordine del centimetro, tanto che un oggetto poco più vicino o lontano del soggetto a fuoco risulterà sfuocato. Per ottenere un buon risultato è bene avere lo sfondo più uniforme possibile.
In breve: consigli per sfocare lo sfondo di una foto
1. Scattare la foto in modalità apertura diaframma: Av (Canon) o A (Nikon). Ridurre al minimo il valore del diaframma ruotando la ghiera. Il valore minimo dipende dal vostro obiettivo, più è di buona qualità e minore sarà questo numero. Ad es. il 18-105 nikon va da f3.5 a f5.6, significa che a 18mm (grandangolo) potrete usare un diaframma f3.5, e zoomato a 105mm (teleobiettivo) a f5.6. In modalità Av voi scegliete l’apertura del diaframma e la fotocamera sceglie il tempo di velocità dell’otturatore. Se invece volete scegliere anche il tempo, mettete in manuale.
2. Avvicinarsi il più possibile al soggetto, e far allontanare il più possibile il soggetto dallo sfondo. Se lo sfondo è un panorama aperto, è sufficiente che voi vi avviciniate al soggetto.
3. Utilizzare un teleobiettivo. Una foto scattata a 70mm avrà uno sfondo molto più sfocato di una scattata a 18mm. Provate a restare fermi a pochi metri dal soggetto, in un panorama aperto, con lo zoom al minimo. Ora restando fermi e senza cambiare alcun parametro, zoomate al massimo sul soggetto. Lo sfondo si sfuocherà sempre più. Se ora vi avvicinate (vedi consiglio 2) l’effetto sarà ancora maggiore. Per i ritratti solitamente si utilizza una focale tra i 70mm e i 100mm. L’ideale è un obiettivo a focale fissa con molta luce, ad es. un 85mm f1.4
Approfondimento: la profondità di campo
La profondità di campo, in breve, è la profondità della zona a fuoco nella fotografia. Al di fuori di essa, si avranno progressivamente oggetti non a fuoco. Maggiore è la profondità di campo, più la foto è a fuoco e meno lo sfondo è sfuocato. Per la foto di un paesaggio è necessario avere una profondità di campo (pdc) più ampia possibile; se si vuole invece avere a fuoco solo il soggetto sarà necessario avere una pdc molto ridotta, e per fare questo, all’atto pratico, basta seguire i consigli espressi nel paragrafo precedente.
La profondità di campo dipende in primo luogo dall‘apertura del diaframma. Maggiore è l’apertura, minore è la profondità di campo. Ad es. una apertura f1.4 (diaframma molto aperto) è ideale per ritratti con sfondo sfuocato, una apertura f11 (diaframma più chiuso) è ideale per paesaggi e panorami.
Come già accennato, la profondità di campo dipende anche dalla lunghezza focale, ovvero da quanto state zoomando se avete un obiettivo zoom. Un grandangolo (18mm) avrà una pdc molto maggiore di un teleobiettivo (100mm o più). Per questo un grandangolo è ideale per foto di paesaggi, dove tutto sarà a fuoco, mentre un teleobiettivo è ideale per ritratti, dove il nostro sfondo risulterà sfuocato (se terrete un diaframma aperto e sarete vicini al soggetto).
Infine influisce sulla profondità di campo la distanza del soggetto dalla fotocamera e dallo sfondo. Per ottenere una pdc ridotta, e quindi lo sfondo sfuocato, il soggetto deve essere vicino alla fotocamera, e lontano dallo sfondo. In questo modo il soggetto sarà all’interno della zona a fuoco, o pdc, mentre lo sfondo risulterà fuori da questa zona.